Elena dice che sono un "desaparecido", Silvia si preoccupa perché non mi faccio vivo e da un pezzo neanche scrivo qualcosa sul blog. E' vero, basta guardare qui sotto: raramente negli ultimi quattro anni sono rimasto tanto a lungo senza mettere un post, ma non l'ho fatto per un motivo preciso. Un cruccio - è vero - l'ho avuto: non riguarda né la salute né il lavoro e sono certo che saprò superarlo, come ho sempre fatto. In più c'è un po' di stanchezza, il nuovo lavoro che mi prosciuga energie mentali, il desiderio anche di starmene solo con me stesso, di cercare svago non nella relazione con l'altro, bensì nel guardarmi dentro. E' un periodo così, insomma. Domani però comincia l'estate e dovrò darmi una regolata, frenare il cammino a vista e tornare a guardare ad ampio raggio, mettendo in cantiere anche qualche giorno di stop, vero, di quelli che di alzi al mattino e ti imponi di non fare nulla se non prenderti cura di te stesso. "Vaccanza" la chiamiamo a casa nostra, io e mia figlia Giorgia: tre giorni in cui ci si alza quando si vuole, ci si addormenta quando si vuole, si fa tutto ciò che si vuole (lettura libri, tv, videogiochi, piscina...) con l'unico limite di non creare fastidi o problemi all'altro. Se ci va bene, la faremo ad agosto. Nel frattempo chiedo perdono ai tanti amici che ho trascurato: scusate, ma proprio perché mi siete amici, in cuor mio so che avete già perdonato.
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