venerdì 15 giugno 2012

Il cruccio

Foto by Leonora
La botta è stata forte: non perché non ce l'aspettassimo - attenderci il peggio e sperare nel meglio è nel dna della nostra famiglia - tuttavia rispetto al primo quadrimestre Giacomo aveva recuperato buona parte delle materie in cui aveva brutti voti ed era un finale in gran crescendo. Non è stato così. Come mi ha spiegato la preside del Terragni, questa mattina, nelle due fondamentali materie per il liceo scientifico (matematica e fisica) "le lacune sono tali da non ritenere che possano essere recuperate durante l'estate". Non due esami insomma, ma due "tre" nel giudizio finale e bocciatura. Più inquietante ancora è invece stata la pulce che la stessa preside mi ha messo nell'orecchio: "E se vostro figlio avesse un disturbo dell'apprendimento, un problema con i calcoli?".
Già, se l'avesse? "In teoria - gli ho risposto con pacatezza ma anche un filo di sconcerto - dovreste dircelo voi. Magari, visto che siamo in argomento, non sarebbe stato male chiederselo prima, evitando un calvario durato un anno e finito in croce senza possibilità di appello". Ma come è possibile, mi sono chiesto poi, uscendo, che in otto anni di scuola primaria e in uno di secondaria, possa sorgere ancora questo dubbio.
Speriamo non sia così, speriamo non risulti discalculico (faremo i test al più presto), speriamo sia solamemente una scarsa attitudine a quelle materie abbinata a basi incerte. Colpa nostra insomma. Un po' sua, un bel po' mia, che memore di quanto fossi asino senza però essere mai bocciato, ho spinto Giacomo ad iscriversi allo scientifico, o come minimo l'ho assecondato, non opponendomi come invece avrebbe fatto Isabella, che paga ora come noi il senso del fallimento e di vergogna persino, che mi rende pesante lo scriverlo qui, il mettere in piazza cose che dovrebbero essere soltanto nostre, che vorrei fossero celate a tutti, per primo a me stesso, che ho la tentazione di fare come lo struzzo e gettare la testa nel primo buco per terra che mi capita, per non vedere niente o nessuno.
Se lo scrivo è perché, come la capra di Saba, credo che il mio dolore sia fraterno a qualcun altro e che l'imbarazzo sia un sentimento comprensibile ma sbagliato. Giacomo non è un genio ma neanche stupido. Di più. Sono orgoglioso di come si è impegnato e di come negli ultimi cinque mesi ha saputo recuperare in materie in cui era comunque sotto. Non è morto sui libri (del resto, è onesto riconoscerlo, era l'ultima cosa che gli chiedevo: ritengo la scuola importante ma la vita lo è di più) però è stato serio, ha fatto il suo dovere, ci ha creduto fino all'ultimo. Sono fiero del fatto che tutte le insegnanti, comprese le due che lo hanno bocciato, abbiamo detto che è un bravo ragazzo e che si è impegnato.
Belle parole ma inutili, lo so, con l'aggravante che se davvero lo pensavano una chance in più potevano dargliela, rimandandolo a settembre, oppure parlandogli chiaro prima, dicendoci che non è una scuola adatta per lui e dunque di cercarne insieme un'altra. Niente di tutto questo. Forse sono semplicemente un ingenuo, credo sempre che gli altri si comporterebbero come farei io o come hanno fatto le insegnanti che ho avuto, capaci di guardare il ragazzo e non banalmente quattro cifre su un foglio. Quel che conta ora è il risultato e da qualsiasi parte la si guardi mi viene il magone. Poi però penso a lui, lo sento fare battute argute, ripenso a quando ride, di gusto, sbircio dalla finestra mentre sul piazzale davanti al garage infila un pallone dietro l'altro nel canestro anche se a guardarlo bene ha sempre gli occhi lucidi e gli si strozza la voce e non vuole parlarne, essendoci rimasto male, d'un male vero. L'altro giorno, ispirandomi malamente a Kipling, gli ho scritto una cosa, a futura memoria. La aggiungo qui, a cappello di tutto, affinché se qualcun altro è nella nostra condizione possa trovare qualche spunto e magari un poco di conforto.

Caro Giacomo,

se saprai fare tesoro della sconfitta senza pensare che tutto è perduto;
se riuscirai ad essere riconoscente anche a chi ti ha messo i bastoni tra le ruote, nella consapevolezza che solo cadendo faccia avanti imparerai a rialzarti;
se sarai consapevole dei tuoi limiti mantenendo però l’ambizione di puntare più in alto possibile e di osare;
se verserai lacrime amare di sconforto senza che esse ti cancellino la gioia di vivere e il sorriso;
se ti dispiacerà per i tuoi genitori sapendo che vogliono il tuo bene e cercano sempre di essere “i migliori possibile” pure quando sbagliano, nell’esser troppo buoni o troppo severi;
se imparerai ad amare la conoscenza non per il voto da prendere in pagella bensì perché è bello e entusiasmante conoscere più cose;
se continuerai a credere in te stesso anche quando nessun altro è disposto a farlo,
allora non sarà un anno perduto, figlio mio. Ti voglio bene.

2 commenti:

gaijingeek ha detto...

Giorgio,
ti leggo sempre con piacere, mi piace leggere della vita degli altri, alle prese con i normali problemi della vita quotidiana. Normalmente leggo e via - ti ho aggiunto nel feedler e sei uno dei 100 blog che cerco di seguire.
Ma stavolta il commento si è reso necessario. Una bocciatura è solo una bocciatura e non è la fine del mondo. Non c'è fretta di finire per primi che la vita è lunga abbastanza. La vita, come diceva la Tamaro, non è una corsa ad ostacoli, ma piuttosto un tiro al bersaglio: non è la velocità che conta, ma piuttosto la capacità di trovare un centro.
Certo una bocciatura presenta dei sintomi, normalmente non arriva completamente inaspettata, forse qualcosa si poteva fare prima. Ma gli esami per la discalcolia?! Ma per piacere. E se poi risultasse davvero discalculico? Quel senso di handicap permanente e senza possibilità di appello sarebbe meglio?
Bisogna capire le cause della bocciatura (poco impegno, materia difficile, cattivo rapporto col professore...)... e l'importante è che il ragazzo abbia provato a fare ciò che voleva lui. La vita è dei figli, e per quanto possibile i ragazzi devono avere la libertà di scegliere. Sbagliando si impara: i fallimenti, se analizzati, sono il seme del successo.
E a Giacomo voglio dire: goditi le vacanze e sotto l'anno prossimo :)!!!

Giorgio ha detto...

Grazie... Hai scritto una cosa bellissima