lunedì 12 gennaio 2015

Il milite noto (del senso civico)

Foto by Leonora
L'ultima riga delle favole è più scontata della penultima dei fatti di cronaca, che vanno raccontati fino in fondo, altrimenti prendere abbagli è un lampo.
Due settimane fa correvo lungo una via sterrata dietro casa e come al solito provavo un misto di rabbia e desolazione notando l'abitudine di qualche incivile, che abbandona ogni sorta di rifiuto al bordo della strada, rivelando un disprezzo per la natura e per la civiltà pari soltanto all'ignoranza dimostrata. Quel giorno però, in lontananza, c'era pure un'auto accostata sul ciglio della carreggiata e un signore con un sacco in mano, così aumentando il passo e sbuffando quando un toro che vede rosso pensavo: "E vai! 'Mo l'ho beccato!". Becato un cavolo. Era infatti una persona che conosco, che abita a mezzo chilometro da lì e che aveva deciso spontaneamente di passare la mattinata ripulendo e riparando il danno che essere meschini fanno.
Un errore di valutazione commesso non soltanto dal sottoscritto. Un'ora più tardi, tornando sui miei passi, quell'uomo stava ancora facendo pulizia mentre un signore anziano con giacca di montone, cappello e due nipotini per mano si accalorava, urlando e inveendo ("Si vergogni!!!") prima di rendersi anch'egli conto che colui con cui se l'era presa era un angelo, non il diavolo. Nello stesso fraintendimento è occorso pure un amico, che nel pomeriggio, notando la pigna di immondizia più alta del solito e non sapendo cosa fosse accaduto ha postato una foto su Facebook commentando: "Che tristezza".
Che tristezza, è vero, ma pure un cuore sollevato per l'impegno di quel cittadino, milite ignoto ai più ma non al sottoscritto, che gli è grato per aver dimostrato nei fatti ciò che nei giorni scorsi ho riportato a parole sul senso civico, sul gusto disinteressato per l'ordine, per il decoro, la pulizia.
Non credo si tratti di un eroe, bensì di un cittadino normale, come ce ne sono molti, ed è proprio per questo che l'episodio non va passato sotto silenzio. Come sostiene caparbia Isabella, ciascuno di noi può far qualcosa ed è così che il paese diventa comunità, un luogo migliore dove vivere, nonostante tutto.
P.S. Il nome e cognome della persona che si è preso cura della via è Domenico Agostinacchio. Gli sia dato merito.

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