giovedì 15 gennaio 2015

Il presidente che vorrei

Foto by Leonora
Il presidente della Repubblica che vorrei è un'idea, mentre io preferisco le persone, con tutti i loro limiti e orizzonti, capaci di errori, riconoscendoli, e di gesti nobili, senza vantarsene troppo.
Tutti fanno identikit in questi giorni e la tentazione ce l'ho anch'io. Vorrei ad esempio che avesse l'intelligenza e la competenza del mio amico Angelo, che è come Wolf e risolve problemi, ma non della gente che spara, bensì delle aziende in crisi, tagliando ciò che deve essere tagliato e salvando il salvabile. Cinquant'anni tra l'altro li compirà tra una settimana dunque avrebbe pure i requisiti per essere eletto (io l'imbeccata l'ho data, non dite che non faccio proposte di alternativa democratica). Non mi dispiacerebbe altresì che il prossimo presidente fosse una donna (e qui Angelo, lo ammetto, latita) perché negli anni ho imparato a non fare differenze ma delle differenze ci sono, delle pecularietà che noi maschi non abbiamo, mentre nel genere femminile abbondano. Alcuni hanno un'accezione poco positiva. Per dire: una certa tendenza alla pignoleria, e una propensione alla buona memoria che in certi casi ostacola il perdono, che invece è fatto anche di questo, di svagatezza, di una distrazione sana. In compenso il più delle volte dimostrano una serietà e un'integrità che io mi sogno, al pari di una disposizione a "mandare avanti le cose", facendo di necessità virtù.
Sull'età non ho riserve, poiché ammiro la saggezza portata in dote dalla vecchiaia e al tempo stesso il coraggio ai limiti della sfrontatezza che viene dall'inconscienza di chi è giovane, di chi non si è scottato mettendo le dita sulla stufa, di chi non sa che quella cosa è impossibile e la fa. Non ho riserve sull'età, piuttosto un desiderio contingente: reduce dai Ciampi e dai Napolitano, se fosse un "cinquantino" - per dirla con Camilleri - preferirei (Angelo li compie settimana prossima: si è capito?).
Il carattere, quello sì, un presidente deve averlo. Non brutto. Schietto. Sincero, di parola, coerente senza essere ottuso, che sia disposto ogni tanto a chiudere un'occhio e abbia in casi estremi il volo alto del ripensamento. E che sia l'incarnazione del senso dello Stato. Non della ragione di Stato, del senso: di un bene più grande di ogni singolo individuo ma proprio per questo incapace di ignorare la libertà, la sicurezza, la felicità di ciascun cittadino, non come entità astratta, bensì con un nome e cognome, Alberto, Ludovico, Anna, Spreafico, Colombo, Caruso, uomo, donna, bambino.
Ma se c'è una caratteristica che proprio dovrebbe avere, che se mancasse sarebbe un disastro, è questa: essere il presidente di tutti. Non di una parte, neanche della migliore o di quella che pensa di essere tale o che tale reputo io. No. Dovrebbe essere una persona a cui l'avversario, qualunque avversario, o chi semplicemente la pensa diversamente da lui, non fa schifo.
Sarebbe già sufficiente questo. Sempre che non vogliano eleggere Angelo.

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