martedì 13 gennaio 2015

Ottocento (e dimenticarseli quasi tutti)

Foto by Leonora
Ottocento. Anche se visibile ce n'è qualcuno meno. Con questo sono ottocento i post che ho scritto, dal primo ottobre del 2007 ad oggi, quasi duemila giorni, una media di un post ogni due giorni e mezzo, sedicimila righe in tutto se avessi tenuto fede al titolo del blog, in realtà molte di più, poiché non di rado tradisco il motto iniziale e vado lungo.
Tantissimo, visto da quassù, una pigna di parole da far spavento, anche se mica mi sono accorto di avere prodotto tanto e mi stupisco ogni volta che incappo in ciò che avevo messo nero su bianco tre o quattro anni fa o anche il mese scorso.
"Ma è possibile che l'abbia scritto io?". Una sensazione da straniero a casa propria che dà la misura di un esperimento riguardante la memoria umana e la percezione del cambiamento.
E' raro, per non dire impossibile che rinneghi qualcosa, anzi, in tutti i passaggi noto un'impronta digitale unica, personalissima, mia, eppure al contempo, scopro un tratto di me diverso, che avevo dimenticato. Credo che tutto ciò abbia a che fare con l'originalità dell'atto creativo ma è un'intuizione che andrebbe sviluppata e mi porterebbe lontano, mentre io vorrei fermarmi qui, adesso.
Ottocento post. Un blog cominciato per il desiderio di cambiare, di stare al passo con i tempi, di migliorare nel mio mestiere, pian piano trasformandosi in una sorta di diario, di taccuino per gli appunti, a futura memoria dei pochi intimi interessati alla mia persona e a un punto di osservazione da questo angolo di mondo.
Se mi ostino a continuarlo è per almeno tre ragioni. La prima è il bisogno quasi fisico di un filo d'Arianna che sappia cucire le varie esperienze di vita e lavorative che mi riguardano. La seconda è il piacere di condividere qualcosa di personale, un sorta di anelito alla socialità dell'orso. La terza consiste nell'opportunità di smentire un fatto altrimenti acclarato, cioè il mio essere assai scostante, essendo questa la prova provata che in un aspetto almeno sono capace di tenere duro, maratoneta della memoria, seppur in formato Lilliput.
P.S. I post non sono visibili sono una dozzina. Alcuni tra questi - ad esempio quelli riguardanti la solitudine, le incertezze dei momenti bui, la vicinanza di certi amici - diventeranno pubblici tra qualche tempo, quando gli anni saranno barriera sufficiente per non mettermi in imbarazzo. Altri invece non li pubblicherò mai, poiché li ho buttati giù di getto, come sfogo, per un torto subito, e anche tra dieci o vent'anni metterebbero in imbarazzo le persone di cui ho scritto. Incapace di covare rancore, sono orgoglioso di riuscire tuttora a provare pudore.
P.P.S. Questo è il post in assoluto più letto.

1 commento:

Francesco ha detto...

E io, dannatissimo lurker, leggo e ringrazio. Non ci conosce quasi eppure i tuoi post tra i mille e più feed che seguo li leggo, invece di scorrere rapidamente come faccio per molti altri.