venerdì 28 gennaio 2011

Il pollo non si crede nessuno


Nel paese c'è una casa. La mia. E nella casa c'è una cucina e nella cucina una cappa d'aspirazione e sulla cappa d'aspirazione decine di piccole calamite dalle forme strane e mille colori. Quella che c'è più in alto, a sinistra, è un quadrato di plexiglass, cinque centimetri per cinque, con dentro una scritta e una fotografia. Nella fotografie due maialini, con le orecchie tese, la teste e le zampette che sbucano da sopra una staccionata. Sotto, una dozzina di parole e un punto esclamativo: "L'animale è il miglior amico dell'uomo: non fa domande e non critica!". Su quella frase m'è caduto l'occhio per la prima volta stamattina. Ho pensato ch'è la più grande stupidaggine ma sono contento che qualcuno l'abbia messa lì, perché per reazione mi ha fatto riflettere, ponendo luce su un'ovvietà geniale, altrimenti destinata a rimanere in ombra. Questa: il fare domande è proprio ciò che distingue l'uomo da tutti gli esseri viventi che conosciamo. Le risposte le possono trovare tutti, dal cane all'aquila reale, dal delfino al ratto, dal rinoceronte al pollo. La loro esistenza è una continua risposta alle domande di cibo, acqua, riproduzione, riparo... Noi a tutto ciò aggiungiamo proprio il fare domande, il porsi interrogativi, scintilla di un circolo virtuso che porta a fornire ulteriori risposte che generano a loro volta altre domande e così via. Lo stesso vale per la critica, ch'è uno sprone a migliorare, a separare il buono dal gramo, a salire un gradino. Ecco perché non sposterò la calamita, perchè quei due maialini dalla faccia simpatica mi ricordano come mai non sono un asino o un pollo io. Forse.



Foto by Leonora

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