lunedì 10 gennaio 2011

Lo stilista di Voghera


Mi rendo conto di essere più impaziente del solito, irritabile persino. Strano. Non mi manca nulla eppure in certi istanti friggo. Mi domando anch'io il motivo. L'esperienza dice che è sempre così quando accade un salto di qualità, uno scatto, un gradino per cui occorre prender la rincorsa chiudendosi a riccio. Vedremo. Oggi è un giorno particolare, che ricordo nonostante la difficoltà a far memoria delle date. Tre anni fa, poco prima delle otto del mattino, chiudeva gli occhi mio padre. Non aggiungo altro perché ne ho parlato altre volte e nulla paga più dazio all'inflazione delle emozioni. Sto scrivendo con un occhio al computer e l'altro che sbircia il televisore. Guardo "Valentino: the last empereor", un film documentario sullo stilista che, scopro, è nato a Voghera, proprio come la casalinga. C'è un aspetto che mi entusiasma e un altro che mi inquieta. Il primo è la passione per quello che fa (faceva). Il secondo è il modo grottesco con cui si ostina a voler apparire giovane. Non solo lui: tutti quelli di quell'ambiente. Abbronzature esagerate, lifting, mai un capello fuori posto. Resta per me un mistero come uomini e donne che hanno fatto del bello un culto non sappiano distinguerlo nella rugosità di un viso che però si trasforma sereno, senza voler restare aggrappati a un'idea della giovinezza che il trucco restituisce in brutta copia, una caricatura che non solo non porta traccia di ciò che è stato, ma addirittura cancella il ricordo del bello che c'era, immortalando un fantoccio. Non so perché mi sono impelagato in questo discorso. Forse perché volevo evitare di cadere nel ricordo personale e guardare loro è stato meglio, per una sera, che guardare me allo specchio.


Foto by Leonora

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