Aspetto la primavera, quest'anno più che al solito. Attendo i giorni lunghi, luminosi di maggio, il verde smeraldo dei prati e il profumo di fieno. Ho voglia di sole alto e brezza che spazza la foschia in cui da troppo tempo sono immerso. In questi giorni mi trascino da casa al lavoro, portando appresso acciacchi di stagioni e umor nero. Strano. Di solito non dura mai che qualche ora, mai più di un giorno. Mi sento inaridito, prosciugato e non ne capisco il motivo. Ho voglia di tulipani gialli sul davanzale delle finestre e alberi con le foglie. Mi fa piacere ripescare le vecchie interviste a personaggi di cui conservo poco più di un barlume di ricordo e che grazie a parole scritte anni fa riprendono un poco colore, nitidezza di contorni, vita persino. Pur nella consapevolezza che tutto scorre e non esiste altra destinazione che l'oblio, mi pare d'una certa utilità e persino nobiltà essere testimone del tempo, contribuire in tutta la mia modestia a spostare di almeno un poco proprio il confine della memoria che separa ciò ch'è stato da ciò che viene dimenticato.
Foto by Leonora
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