Non conoscevo Giovanni Bollea, neuropsichiatra infantile. E' morto una settimana fa e mi sono imbattuto in alcune sue frasi per caso, leggendo un articolo di Annalena Benini. Una l'ho anche riportata sul giornale di oggi, ma volevo metterla anche qua, perch'é bellissima: "Le madri non sbagliano mai. Non significa che hanno sempre ragione, ma che sono naturalmente sapienti, per istinto, per amore e cultura moderna. Per quella magica capacità di captare i segnali dei figli". Credo che valga per le donne, in generale. Che hanno un innata capacità di sentire anche senza bisogno sapere. Non so se per colpa di noi uomini, che esercitiamo nel bene e nel male enorme potere e influenza, oppure se per un'inconsapevole forma di spontanea rinuncia, troppo spesso però mi pare che esse stesse dimentichino di possedere quel talento e, soffocandolo, lo mortificano. Quest'oggi, in centinaia di piazze, migliaia di donne si sono date appuntamento per affermare la loro dignità. Rispetto la scelta, ma credo che la propria dignità si affermi non scendendo in piazza, bensì esercitandola ogni giorno e aiutando chi non lo fa a comprendere dove sta sbagliando. E se fossi una donna, più delle mercificazione del corpo (condannabile, è scontato persino dirlo), mi preoccuperei di scoprire come mai si è via via ridotto il confidare in quella "sapienza" che la natura ha dato loro in dono. Andiamo a scuola per imparare la logica, la capacità d'espressione linguistica e di calcolo, teniamo in forma il fisico, badando a non mangiare troppo e andando in palestra, spendiamo fior di denaro per essere belli, non lesinando in trucco e talvolta persino col chirurgo plastico, e facciamo pochissimo, per non dire nulla, per scoprire, per affinare quel lato di noi ch'è l'istinto, l'intuito, il "sentire senza bisogno di sapere" che le donne più degli uomini hanno. Perché? E' una domanda per cui non ho risposta e che giro, così come l'ho partorita (le idee sono l'unica cosa che anche noi maschi sappiamo partorire) alle donne che conosco, alle molte amiche che ho, che passano di qui, e a cui sono legato da un debito profondo, oltre che da un amore vero. Sono l'altra metà del cielo, quella che nove volte su dieci fa splendere di riflesso il mio.
Foto by Leonora
3 commenti:
è vero, eravamo in tante. ma c'erano anche tantissimi uomini, e tutti complici e consapevoli. non voglio dimenticarlo mai. e li ringrazio per questo.
quanto alla risposta, è tanto strettamente legata alla nostra società, che sostanzia e motiva la partecipazione di ieri.
le donne stanno perdendo quella sapienza, perché questi tempi le vogliono corpi da esibire o sui quali speculare, e non sensibilità acuta da rispettare. i mezzi di comunicazione, in primis la pubblicità, autorizzano e veicolano questa visione.
la mamma della pubblicità esprime la propria sollecitudine nei confronti dei figli fornendo loro merci di vario tipo con cui i figli dovrebbero conquistarsi la felicità. e lentamente questo è il messaggio che passa, si radica nelle coscienze, viene sdoganato come l'unico.
contro questo, certo, occorre lottare nel privato. ma occorre anche, in una società tesa all'immagine, rendere manifesto il proprio dissenso.
grazie per darmi l'opportunità di esprimere il mio punto di vista.
Carissimo, ti ringrazio per la dedica che so sincera ed affettuosa. Credo che la dignità uomini e donne debbano mostrarla sempre in ogni momento ed ambito della vita. Credo anche però che ci siano momenti, come quello che stiamo vivendo, in cui si abbia il dovere civile di scendere in piazza per far sentire la propria voce, e non di ritirarsi a meditare solipsisticamente nelle proprie stanze su quanto istinto materno si è perduto per strada. Ieri il mio istinto materno mi ha portato in strada per garantire a mio figlio e ai figli e figlie delle altre una società più giusta, egalitaria, meno vessatoria, più libera. Travolte dal fango, come puoi chiederci di metterci a riflettere sull'archetipo femminile? Aiutateci a spalare il fango poi sediamoci a riflettere tutti assieme.
Un abbraccio
Posta un commento