I figli sono come gli aquiloni: gli insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo. Gli insegnerai a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Gli insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.
(Madre Teresa)
Mi sveglio di colpo, i pensieri inceppano il sonno, mi giro e rigiro finché alla fine mi arrendo, rinunciando al buio, alla speranza di riaddormentarmi subito, all'evitare di fare i conti con pensieri, tarli, preoccupazioni.
Una di esse, lo ammetto, riguarda te, il tuo futuro, la paura da un lato di metterti troppa pressione e dall'altro di non comunicarti quanto sia importante il tempo attuale per costruire qualcosa, per gettare le fondamenta di una felicità che raramente casca dall'alto, quasi sempre è invece fatta di responsabilità, di sacrificio, di impegno.
Sei stato bravo nell'affrontare il liceo, non dandomi eccessivi pensieri, facendo il tuo dovere senza che la scuola diventasse troppo.
Ora però è necessario crescere, fare un gradino in più, comprendere cosa cambia dopo le superiori e applicarcisi con tenacia, impegno.
Credo ti sia goduto una buona estate, che abbia staccato la mente e vissuto più possibile amicizie, passatempi, svago.
Non ti chiedo di rinunciarvi, però - da oggi in poi - di mettere in cima alle tue priorità l’università, lo studio.
Io so quanto può essere difficile, quanto a volte il futuro spaventi o ci si senta schiacciati, anche dall'incertezza, dal timore di non farcela. Ci sono passato.
Alla tua età non avevo punti di appoggio o strade segnate, vagavo spesso a vuoto e ho aspettato due o tre anni, dopo il liceo, prima di mettermi in asse e imboccare un percorso certo, mio.
Non ti chiedo di non ripetere i miei errori, men che meno di dover riuscire a tutti i costi.
Ti chiedo soltanto di provarci, di concentrarti su ciò che conta, di non farti scivolare tra le dita questo tempo senza tentare di metterlo a frutto.
Ti chiedo di provarci non per me, per le mie paure o le mie ansie forse eccessive, ma per te stesso, perché l’uomo che diventerai dipende dal ragazzo che sei, da quanto semini adesso.
Perdonami dunque queste parole invadenti, questo richiamo “all'ordine”, questo condividere una preoccupazione che ho e che non dipende esclusivamente da te, ma richiama le mie di paure, le incertezze, le fragilità della persona che sono.
Non voglio che ti senta schiacciato, semmai soltanto spronato, a fare meglio, a volare alto.
Sapendo che comunque ti voglio un bene infinito, che non c’entra nulla con ciò che fai o farai, ma riguarda ciò che sei e proprio per questo non mi deluderai mai, a prescindere da tutto.
Coraggio allora, non temere nulla, né i quiz, né i test, né gli esami, né il futuro.
Una strada la troverai, questo è certo.
Da oggi mi aspetto soltanto che ci provi, che ti metti in cammino, d’impegno, sapendo che con me non dovrai nascondere o temere nulla, poiché ti sarò sempre accanto.
P.S. A Giovanni. 10 settembre 2021
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