Un atto di volontà, spesso pure in contromano, in un tempo qual è il nostro, assai frammentato, in cui chi alza il dito per obiettare viene immediatamente etichettato e, forse per una forma di protezione, tendiamo a chiuderci nelle bolle di conforto di quanti la pensano allo stesso modo.
Aristotele invita alla resistenza, ricordando che "comprendere" e "accettare" sono azioni distinte, senza obbligo alcuno di unirsi in matrimonio.
Educare la mente allora è azione buona e giusta, nostro dovere, oltre che fonte di salvaguardia.
Perciò insisto affinché ovunque - in famiglia come tra amici o nei circoli, nelle amministrazioni, sui luoghi di lavoro, in chiesa, al bar, nelle piazze... - venga coltivato il dialogo, il dibattito, ci si confronti di più, si alimenti il desiderio di spiegarsi, comprendersi.
P.S. Mi piacerebbe dedicare a questa opportunità di scambio un luogo, magari lo stesso che ho ricevuto in eredità da mio padre e di cui in questo blog ho già scritto.
Sarebbe un bel lascito, oltre che un modo concreto di contribuire a ciò che ritengo buono, giusto, anche se più di un posto fisico, ciò che serve è un'attitudine, un atteggiamento.
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