giovedì 28 ottobre 2021

Ripieno di vita (Ciao Gianni)

“Proprio come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una residenza, così sceglierò la mia morte quando mi accingerò ad abbandonare la vita.”
Lucio Anneo Seneca

Se ne vanno uno ad uno, come soldati in fila indiana. Amici nati o cresciuti a cavallo dell'ultima guerra, condividendo tutto ciò ch'è arrivato dopo, l'abbondanza del benessere ottenuto lavorando sodo e la leggerezza del tempo libero da poter trascorrere in compagnia, al circolo delle bocce, allo stadio, al bar del centro sportivo o in cooperativa.
Gianni se n'è andato nel silenzio di una stanza, al contrario di com'era vissuto, chiassoso e sorridente, sempre in giro, una trottola con gambe e braccia, una sagoma d'uomo che passava dall'argomento serio alla risata, a volte ammiccando, altre provocando o pungendo, mai però con cattiveria, al massimo civetteria.
Era il suo tempo per lasciarci, anche se comprendo il dolore della figlia Antonella, di Cristina e delle nipoti, alle prese con un vuoto ancor più grande perché Gianni tutto ciò che aveva attorno lo riempiva.
Proprio per rispetto del dolore altrui non voglio mettermi in prima fila, poiché altri lo conoscevano meglio, altri lo frequentavano, altri condividevano legami intimi e profondi, durati una vita.
A me mancheranno i suoi colpi di clacson, ogni volta che arrivava sotto le finestre della casa dove abita sua figlia, a ridosso della mia. Un suono che ho sempre interpretato come gioia per l'imminente incontro con i parenti, ma anche come uno "Sveglia!". Ed è anche per questo che non riesco a pensare che riposi in pace, perché il verbo "riposare" proprio non gli si attaglia, però è giusto che noi, tutti noi, lo si lasci andare, poiché altri giri deve fare con il suo camioncino, in un'altra dimensione deve dare compimento al suo desiderio di vita.

P.S. Ho scritto che tutto ciò che aveva attorno lo riempiva, mi accorgo ora che valeva altresì per il lavoro che ha sempre fatto, la produzione e consegna di ravioli, pur se la sua grande passione era un'altra: il Milan. E considero una nota aspra, quasi una beffa, che così come Ambrogio per l'Inter, l'anno scorso, anche Gianni se ne sia andato mentre la sua squadra del cuore è in testa, senza però poter assaporare il risultato finale. Non qui, ma certamente se c'è un "di là", Gianni me lo vedo già in piedi, con sulle spalle la bandiera rossonera, sorridente e con gli occhi da furbo, pronto a prendere in giro e poi a svignarsela, dando ancora un colpo di clacson, contento di averla fatta franca e pronto per una nuova avventura.

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