“Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all'Alzheimer; inizia a preoccuparti invece se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi.”
(Rita Levi Montalcini)
A volte la parole mi sfuggono, spesso ripeto le identiche citazioni, gli stessi aneddoti, in più riconosco a fatica il volto dell'uomo che vedo allo specchio e che non coincide affatto con l'immagine che ho di me stesso, ferma a qualche anno addietro, come nelle vecchie foto delle carte d'identità che conservo nel cassetto.
La memoria è un meccanismo straordinario, tutt'altro che perfetto, interessante proprio per questo: somiglia più alle opere d'arte che agli scaffali polverosi dell'Archivio di Stato.
È un po' come se partissimo ogni giorno per un viaggio, convinti di portarci appresso tutto, mentre sono pochi i panni che stanno nello zaino.
I social network rivelano in maniera implacabile quanto per strada smarriamo, poiché sono una sorta di diario indiretto per pigri - quei pigri come me, che un diario non riuscirebbero a tenerlo più di un giorno - e mantenendo memoria di tutto costringono all'evidenza di quanto profondo sia il cambiamento, a fronte di altri dettagli che non mutano mai, restano appiccicati addosso.
Anche rispetto ai social network tuttavia c'è una sorta di maturazione, un'evoluzione, una maggiore consapevolezza d'uso, resa evidente ogni volta che Facebook o Instagram segnalano: "Hai ricordi da rivivere oggi".
Io, quei ricordi, raramente vorrei riviverli, ma nove volte su dieci mi sorprendono, stupiscono, perfino imbarazzano.
Primo, poiché ci sono stati anni in cui praticamente sulla bacheca di Fb scrivevo ogni dettaglio, quasi quasi pure quando andavo in bagno (lo so, molti lo fanno ancora, credo sia un processo legato alla crescita, alla fase evolutiva appunto: accade quando si è "bambini" nei social network, poi si cresce anche lì).
Secondo, poiché scopro cose che avevo completamente dimenticato e che ora non rifarei, neppure con una pistola puntata alla rotula del ginocchio destro.
P.S. Se c'è un'abitudine che invece resta tale e quale, oggi come ieri, riguarda i "mi piace", i "like" o, ancor meglio i "cuoricini", per esprimere attenzione, interesse, apprezzamento altrui.
Ecco, in quelli io, ieri come oggi, piuttosto che lesinare abbondo, ho la generosità del prodigo, l'appetito dell'ingordo. Tanto che se dovessi descrivere in due parole la mia attività sui social network risponderei: "Metto like - in pratica, laico - e non me ne vergogno". Per il momento.
Nessun commento:
Posta un commento