Gli appunti di viaggio su Lisbona li riservo a chi ha talento e passione per raccontarla, io mi limito al pensiero fisso che mi ha accompagnato nei due giorni in cui ci sono stato, riflettendo sull'alba e il tramonto di una potenza, sui motivi, sulle differenze tra popolo e popolo, città e città, persona e persona.
Un pensiero che mi è venuto accostando due periodi storici, uno del secolo scorso, l'altro a cavallo tra Cinquecento e Seicento.
Per decenni, in seguito della scoperta dell'America, delle rotte commerciali che si aprivano e della posizione strategica, il Portogallo ebbe gloria, prestigio, potere, ricchezza. Un tesoro che ha saputo capitalizzare assai meno di altri Stati, con in dote minor fortuna ma più fame, più determinazione, più grinta.
A metà degli anni Quaranta del Novecento invece, mentre mezzo mondo bruciava nel rogo della Seconda guerra mondiale, lo stesso Portogallo ne restava pressoché intonso, dichiarando una neutralità che ha evitato perdite, non una decadenza risparmiata invece a chi un tributo altissimo di vite e sogni aveva sacrificato prima.
Morale (una morale che cerco di trasporre ed applicare alla persona singola): non sempre le fortune sono una benedizione e non sempre le disgrazie una fonte di rovina. Ciò che conta è il nerbo, il fusto della pianta, che se è sano e generativo porta germogli a prescindere da ciò che accade attorno, così come se è stinto e sterile prima o poi si rinsecchisce e affloscia.
P.S. Mi fanno notare che i riferimenti bucolici sono frequenti in questo blog. Ne riporterò uno anche ora, raccontando la sorte del "ficus beniamina"di Loris e Roberta, che l'anno scorso vollero tenere all'esterno pure d'inverno, il un luogo che pareva riparato ma il freddo non lo sapeva, così non mancò la classica gelata di stagione, che parve essere fatale alla pianta. Quando tutto pareva perduto, potato decisamente e lasciato all'aria aperta della primavera, qualche fogliolina verde alla base è cominciata a spuntare, finché ora è tornato che sembra un ragazzino, pronto a crescere e diventare come prima.
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