giovedì 31 ottobre 2019

L'ultima pagina del libro (Questo)


Questo blog, il mio lascito. Perché è vero che non sono altro che fogli di carta in un bidone che brucia, ma a differenza di soldi, palazzi, gioielli ed oro, queste parole raccontano di me, di questo tempo, rendendolo in qualche modo vivo.
Il primo ottobre scorso, in occasione del dodicesimo anniversario, mi ero ripromesso di tornare a scrivere con assiduità, un post al giorno, per un mese di fila.
L'ho fatto.
Un poco arrugginito all'inizio, più disinvolto nella scelta degli argomenti e nella stesura dei testi man mano che i giorni passavano, ricordando una delle regole principali di ogni mestiere, compreso il mio: per fare una cosa non c'è miglior modo che farla.
Trentun giorni, trentuno argomenti, trentuno spunti, alcuni pubblicizzati poco, altri nulla, qualcuno molto, messo su Twitter e su Facebook, ammorbando coloro che passano di lì e ogni tre per due trovavano la mia postilla (mi ha fatto assai sorridere David, con la sua consueta ironia: "Ma che logorrea tieni in questi giorni? Non riesco a starti dietro con i like").
Da domani me la prenderò con più calma, senza tuttavia farmi vincere dalla pigrizia.
Dico spesso che non ho ancora pubblicato un libro, ma mento. Questo blog è già di per sé un libro, anche se l'ultima pagina è quella che non ho ancora scritto.

P.S. Sono grato a questo blog, anche perché è un pretesto: per osservare meglio le cose, per riflettere sui giorni che passano e ciò che mi capita, per dialogare con me stesso e con gli altri, soprattutto per fare quanto ogni volta mi prefiggo: posare lo sguardo.
"Posare lo sguardo", vedere "veramente", in particolare la persona che mi sta dinnanzi, sia esso qualcuno che conosco benissimo e frequento abitualmente, sia chi intervisto per lavoro, chi incontro casualmente al bar, per strada. "Posare lo sguardo" è uno stile, un punto fermo, ciò che mi qualifica e fa di me un essere davvero umano.

Nessun commento: