Non è nulla di speciale, si tratta semplicemente di chiedersi come ci sentiremmo se dovessimo viaggiare diverse ore in aereo sedendo accanto a una tal persona.
Da quando l'ho scoperto, idealmente lo faccio anch'io ogni volta che incontro una persona nuova o qualcuno che conosco già, ma non frequento spesso.
Non è facile andare d'accordo con le persone. Io in genere sono cortese, sorrido a tutti, però con altrettanta rapidità mi annoio. Le donne mi incuriosiscono di più, gli uomini meno, tranne nel caso siano amici o persone ricche di aneddoti, di storie da raccontare.
Il mio ex direttore, ad esempio, Giorgio Gandola, potrei ascoltarlo per giorni, perché sa essere spiritoso e non somiglia affatto a un trombone, di quelli che sfruttano ogni risvolto per cavare la morale e impartirti una lezione. Anche con Angelo non mi stancherei mai di chiacchierare, specialmente quando mi spiega un fenomeno o un caso che a sua volta ha studiato o affrontato, oppure Raffaele, altro amico storico, che sento mio pari in tutto e per tutto ma mi sa spesso sorprendere, "leggendo" la realtà come non riesco a fare io.
P.S. Ho trovato la bozza di questo post tra gli "scarti" del passato. Scritta sei anni fa e accantonata non so per quale motivo. Probabilmente avevo in mente un finale, ma non avevo fatto in tempo a scriverlo oppure non ero riuscito ad elaborarlo. Per caso - anche se "il caso non esiste" come dice maestro Oogway in Kung Fu Panda - l'ho ritrovato oggi e m'è sembrato giusto pubblicarlo tale e quale, modificando soltanto qualche particella d'italiano. Il test nel frattempo l'avevo dimenticato, mentre la lista delle persone con le quali starei a parlare per ore è aumentata, senza diventare l'elenco del telefono. Identico invece è il rammarico di non riuscire a farlo, più spesso.
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