venerdì 11 ottobre 2019

Prendere la pace per la gola (Conoscere per convivere)


I prezzi sono da mordi e soprattutto fuggi, da fiera. Per tacer del caos, della qualità non eccelsa di molte pietanze e di buona parte della chincaglieria.
Eppure ogni volta che passo per "Mercatanti", la rassegna di bancarelle in centro a Bergamo bassa penso che dovrebbero dedicarvi un piccolo monumento o almeno una targa ricordo, a futura memoria.
E' così infatti che una provincia in cui un abitante su due viene additato come discriminante, poiché vota Lega, mostra il suo lato più vero, genuino. E lo fa in un modo semplice: lodando in cuor suo e mangiando ogni domenica, se può, casoncelli o polenta, ma assediando e facendo razzia di cibo turco, indiano, greco, brasiliano, caraibico, per non parlar delle prelibatezze siciliane, liguri, abruzzesi toscane e chi più regioni ha più ne metta.
Un gesto da poco, si potrebbe pensare. Invece al giorno d'oggi vale più di una lezione magistrale, di una predica dal pulpito, persino di un "Porta a porta".
Perché attraverso la gola, il gusto, il palato, scatta una molla, la scintilla per una reciproca conoscenza. Conoscenza e riconoscimento di "bontà" che è la prima e forse unica chiave che apre la porta di una pacifica e civile convivenza.

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