Un film, che film. L’ho rivisto con te, una settimana dopo averlo guardato la prima volta, e m'è parso più bello ancora.
“JoJo Rabbit” parla di noi, di me, di te. Soprattutto di te, che per età ed eccesso di sfortuna puoi competere con il bimbo protagonista.
Mi sono commosso pure per questo, mentre si avvicinavano i titoli di coda e osservavi accigliato - come sei sempre, quando ti concentri - l’ultima scena.
È in quell'istante esatto che ti ho abbracciato, mentre stavi per appoggiarmi la testa sulla spalla, forse perché capivi che mi ero commosso, e tenendo gli occhi chiusi mi hai stretto forte, più forte ancora di quando ogni tanto vuoi fare la lotta.
“Non sarai mai solo. Ricordalo” m'è venuto da dirti, d'impeto, con la voce un po' strozzata, senza ragionarci sopra, sentendo che era vero a prescindere, perché sono quelle cose che dimorano non nel cervello, bensì nella pancia.
Chissà se quel momento rimarrà impresso in te, chissà se sarà uno di quelli che si cancellano dalla memoria oppure tra mille rimangono a galla, per insondabili motivi, per invisibili riccioli a cui li appendiamo, senza averne contezza.
Resta il fatto che il film merita proprio e la tua presenza me lo ha fatto apprezzare sotto una luce nuova, oltre che gustare un momento piacevole, una bella esperienza.
P.S. In questi mesi hai scoperto il gusto di andare in bicicletta, con gli amici, nei boschi, su e giù per le cunette. Per quanto possa suonare strano e benché tu non ne abbia piena consapevolezza, pedalando stai mettendo... un mattone, uno di quelli importanti, una pietra angolare della formazione di essere umano, della tua esistenza. Non è tanto il piacere delle due ruote, bensì quello della scoperta, della prima emancipazione, dell'autonomia. Stai diventando grande insomma. Sono certo lo farai pienamente, con l'augurio di non accantonare mai del tutto il tuo candore, la tua purezza.
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