Da anni non ne vedevo uno, uno ora è ricomparso, di fronte alla mia auto, al semaforo che da via Autostrada porta verso il centro.
M'è apparso così, a una decina di metri dal cruscotto, un ragazzo di vent'anni o giù di lì, che poteva essere mio figlio, camicia color porpora e un berretto buffo, i panni stretti dell'artista di strada fatto e non) finito.
Di primo acchito, mentre cercavo di intuire se fosse un matto o un balordo, m'è parso di notare l'accenno d'un sorriso, prima che l'esibizione lo rendesse serio serio, improvvisando con tre palline uno spettacolo in piena regola, seppur contenuto nei tempi svelti di arancione e rosso.
All'accensione del verde anche lui è scattato, tendendo la mano di finestrino in finestrino, cercando di incrociare lo sguardo dagli automobilisti che - come di solito faccio io - quello sguardo che domanda lo fuggono, mimando un diniego con la testa e se proprio proprio uno spicchio di sorriso.
Martedì scorso no. Martedì scorso il giocoliere ha fatto breccia nel mio cuore ispessito, fermandosi però prima del braccio da T-Rex che ho attaccato a scapola e busto, così ho abbassato il vetro dell'auto e porto cinquanta centesimi che avevo nel taschino, guardandolo dritto negli occhi e aggiungendo: "Non sono molti, ma è qualcosa...".
"Quel che si può" è stata la sua risposta, cortese. Quattro parole in croce e che in croce mi hanno messo, facendomi pensare tuttora, a lungo.
P.S. No, non "quel che si può", caro giocoliere. "Quel che si vuole" piuttosto.
"Quel che si vuole". L'ho pensato subito e avrei voluto dirlo al ragazzo - e lo avrei anche fatto, se il conducente nella vettura dietro la mia non avesse suonato lesto il clacson - un po' per espiare il senso di colpa da tirchieria, un po' perché ci tenevo ad essere onesto, innanzi tutto con me stesso.
Non quello che possiamo; quello che vogliamo è ciò che riusciamo a fare, che facciamo, sempre, o nella stragrande maggioranza dei casi.
Ciò che vogliamo è nel bene e nel male la spinta, la molla che aziona ogni nostro meccanismo.
Vale per te giocoliere, quando con le tre palline lanciate per aria disegni un cerchio perfetto, e per me, per noi, quando al "si può" opponiamo il "si vuole", delineando nel bene e nel male il contorno nitido dell'essere umano che siamo.
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